La riflessione di Alessandro Rondoni pubblicata su facebook l’8 marzo
«In questo momento di difficoltà ci riscopriamo fragili di fronte a un male invisibile ma anche più attenti a noi e agli altri per tutelare la salute di tutti. È doveroso osservare le misure di prevenzione, di contenimento, e quelle restrittive, adottate dalle autorità per fronteggiare questa fase di grave emergenza dovuta al propagarsi del coronavirus. Precauzionalmente a distanza l’uno dall’altro, senza generare allarmismi, scopriamo un’altra vicinanza. Nel vuoto delle presenze, delle città, nell’isolamento, nel cambiamento delle abitudini e degli stili di vita, impariamo quanto siano importanti il rapporto e l’incontro con gli altri, essere comunità. E scopriamo anche un nuovo modo di essere collegati attraverso i media, “porte aperte” che ci consentono di informarci e anche di avere un contatto fra noi. Così si trasmette in tv, radio, web e social, un modo originale di fare ed essere comunità. E pure al lavoro con lo smart working.
In queste insolite settimane, e in questa particolare domenica, anche la messa l’abbiamo seguita in collegamento tv e social. Impariamo così che ci si può unire spiritualmente anche pregando in streaming. In questo tempo di quaresima e di quarantena viviamo un nuovo “digiuno”. Vi sono sacrifici da fare, appuntamenti che saltano e anche la visita guidata del Rondo Point alla mostra “Ulisse. L’arte e il mito” ai Musei San Domenico di Forlì è stata sospesa e rinviata a data da destinarsi. A porte chiuse si giocano pure le partite di calcio. Sono state sospese manifestazioni e altre attività ma questo ci dà anche l’opportunità di riscoprire i rapporti con i propri cari in casa e famiglia, in un nuovo incontro.
In questo delicato frangente è giunta pure la notizia della morte all’estero, nei giorni scorsi, del prof. Dino Amadori, illustre medico che tanto ha dato alla nostra comunità. Non può mancare un pensiero “a distanza” per lui e la sua famiglia poiché il funerale sarà sottoposto alle limitazioni stabilite.
Un pensiero va naturalmente a chi sta soffrendo, a chi si sta prodigando per aiutare e, nella giornata dell’8 marzo, a tutte le donne, specialmente a quelle che si stanno impegnando per sostenere chi è in difficoltà.
Nelle ultime settimane la comunicazione è diventata sempre più determinante e anch’ io sto dando il mio piccolo contributo di servizio giornalistico, in diverse forme e a vari livelli, perché si conosca di più e attraverso i media si abbattano i muri delle “distanze” e si rinnovino i legami delle “vicinanze”. Nel clima surreale in cui siamo immersi, si propaghi fiducia e si colgano nuove opportunità. Il bene comune si costruisce anche comunicando».