Al teatro “Il Piccolo” di Forlì, Alessandro Rondoni ha assistito allo spettacolo in memoria di Sara Pedri “Le foglie non si riposano mai”, del regista Gianni Guardigli, con Beatrice Balzani, Monica Briganti, Silvia Scarpellini, Gabrio Gentilini e musiche di Stefano Gatta e J.S. Bach. Ad esibirsi, il 9 marzo, anche Monica Gatta al flauto traverso, Martina Cavalieri al pianoforte e Paolo Ravaglia al duduk. L’evento si è svolto per ricordare Sara, la giovane ginecologa scomparsa a Cles tre anni fa e, come hanno spiegato i familiari, «lo spettacolo è nato dal desiderio di raccontare a chi resta come, attraverso il dolore della perdita di una persona amata, si possa riuscire a riempire la voragine con un progetto che contempla un ipotetico domani. La consapevolezza che costruisce nell’assenza una nuova presenza, una rinascita. Come il vento cambia direzione in maniera quasi impercettibile, anche la vita è in continua trasformazione».
Guardigli, regista e drammaturgo forlivese che da numerosi anni vive e lavora a Roma, è parente di Sara. Ha spiegato i motivi dell’opera che lo ha visto impegnato nel testo, nella preparazione e nell’allestimento: «Che cosa avviene in una famiglia quando uno strappo forte infligge una mutilazione talmente dolorosa da risultare inspiegabile? Come si può trovare la forza di tirare avanti? A quale appiglio ci si può aggrappare? Ogni essere umano ha una risposta diversa, unica. Il rapporto immaginario che si instaura fra i tre personaggi che si relazionano in un luogo astratto, in cui il dialogo fra i vivi e i morti diventa possibile e non solo consolatorio, si fonde in un canto spirituale che ha il colore dell’amore e la purezza della preghiera». Il regista, spiegando anche da quale impulso è nato il testo teatrale, ha aggiunto: «Le tre attrici tessono il filo che decora il prezioso tessuto che da un lato è la vita terrena e dall’altro è tutto il resto, tutto ciò che non si sa. Tutto ciò che vorremmo conoscere e ipotizziamo. La voce di Sara non può svanire, può solo risuonare con tonalità diverse. Così come la voce del vento cambia di intensità con il mutare delle stagioni».
La rappresentazione è avvenuta pure in occasione della Festa della Donna, con parte del ricavato da destinare alle Associazioni Penelope e Nostos.
La prof.ssa Wakako Saito, docente di lingua e cultura italiana all’Università di Nagoya in Giappone, e di lingua e cultura giapponese all’Università del Sacro Cuore di Milano, accompagnata dal fratello Yasuhiko, ingegnere specializzato in tecnologie avanzate, è intervenuta recentemente a Forlì all’incontro “Amicizia oltre i confini”, svoltosi per il ciclo “ConversAzioni Culturali” proposto dall’Associazione Agaping in collaborazione con La Nuova Agape editrice e la Fondazione Alé, in un dialogo con il giornalista Alessandro Rondoni.
«Di fronte alle guerre, alla recente pandemia e al mondo globalizzato - ha affermato la Saito rispondendo alle domande del giornalista - la cultura dell’incontro e l’educazione al rispetto dell’altro sono fondamentali per essere più umani». La professoressa giapponese ha pure svolto una riflessione legata agli sviluppi dell’Intelligenza Artificiale, al dramma della guerra e di quanto vissuto a Hiroshima, alla cura dell’ambiente e al tasso di anzianità, che vede il Giappone e l’Italia come Paesi con la popolazione più anziana al mondo. «L’incontro di oggi - ha sottolineato ancora la professoressa rispondendo anche alle domande dei partecipanti - è un modo per continuare quell’amicizia oltre i confini, nel segno di un’armonia e di un cammino insieme che lega culture e popoli diversi». Durante la conversazione ha portato il saluto l’assessore comunale Marco Catalano.
Una serata piena di sorprese e di ospiti ha fatto da cornice al Circolo Aurora di Palazzo Albicini alla presentazione del libro sul portiere dell’Inter e della Nazionale di calcio “In presa Alta. Le parate di un portiere gentiluomo d’altri tempi”, Caosfera edizioni, curato da Jacopo Dalla Palma e con prefazione di Gabriele Oriali.
Ivano Bordon è giunto a Forlì accompagnato dalla moglie Elena ed è stato intervistato dal giornalista Alessandro Rondoni (a sinistra nella foto insieme al campione), suo tifoso, dopo il saluto del presidente Oreste Lugaresi in occasione del 60° dell’Inter Club Forlì. Insieme alle bandiere nerazzurre campeggiavano in sala anche le locandine dell’evento, copie del libro che il campione ha firmato con dedica ai tifosi, oltre a foto e selfie, mentre nel maxischermo scorrevano le immagini con le parate più belle della lunga carriera. Bordon è stato tre volte campione del mondo: oltre al Mundial ’82 in Spagna, anche in Congo con la Nazionale Militare e, nel 2006, in Germania come preparatore dei portieri, attività che ha svolto con successo dopo quella di calciatore. Ha raccontato dei suoi inizi a Marghera, dove è nato nel 1951, poi dell’arrivo a Milano nelle giovanili dell’Inter fino alla prima squadra dove, con 382 presenze e record d’imbattibilità, ha vinto due scudetti, due coppe Italia, giocato la finale di Coppa dei Campioni contro l’Aiax di Cruijff dopo la famosa “partita della lattina”. Fra aneddoti e curiosità ha ricordato, non senza emozione, anche il compagno e amico Mauro Bellugi, recentemente scomparso, il grande capitano Giacinto Facchetti ed Eugenio Bersellini, l’allenatore dello scudetto ‘79-‘80. Nell’intervista, oltre ai successi sportivi, Bordon ha pure evidenziato la forza delle relazioni in famiglia, con i compagni di squadra, con cui condivide ancora una chat, e lo stile di chi ha saputo coltivare nel tempo valori e amicizie. Durante la serata di lunedì 4 dicembre sono state festeggiate, e hanno raccontato alcuni momenti della loro attività, anche alcune glorie del calcio forlivese dal cuore nerazzurro: Alberto Bergossi che esordì in serie A a San Siro proprio contro l’Inter di Bordon, e Arturo Vianello, veneziano pure lui, che è stato all’Inter prima di proseguire la carriera in serie A.
Presenti, la sera del 4 dicembre, anche il romagnolo Bruno Zoffoli, che ha condiviso a Milano gli inizi all’Inter con Bordon, e Franco Sirotti, arbitro forlivese che ha raggiunto la massima serie. Il patron, Franco Aleotti, ha annunciato che si farà in luglio la prossima edizione del Premio Sportilia, dove due anni fa fu premiato lo stesso Bordon. Altri saluti sono stati rivolti dall’assessore comunale Marco Catalano,e dal responsabile comunicazione e sport della diocesi di Forlì-Bertinoro, don Giovanni Amati. Vi è stato anche il videomessaggio del noto giornalista forlivese Marino Bartoletti. Menzioni anche per Gastone Turci, per il lungo periodo della sua trasmissione “Parola di Gastone”, per Lorenzo Boattini, per i 40 anni di servizio come massaggiatore al Forlì Calcio. Altre personalità, tifosi, giornalisti e soci dell’Inter Club hanno rievocato partite e parate.
Vi è stato anche un momento di solidarietà a favore dell’adozione a distanza di un bambino seguito dai progetti Avsi e sono stati ricordati, presenti i familiari, Silver Sirotti, Sara Pedri, Dino Amadori e il sen. Leonardo Melandri. Servizi sulla presentazione del libro sono stati realizzati anche da Teleromagna e Videoregione.
Al termine, mentre i tifosi dell’Inter Club Forlì cantavano l’inno “Amala, Pazza Inter Amala”, Bordon ha tagliato il grande panettone preparato per l’occasione e ha fatto il brindisi per gli auguri di Natale, accompagnati a quelli di poter veder presto splendere la seconda stella nerazzurra.
“La Madonna del Fuoco a Forlì tra pestilenze, flagelli e devozione” è il titolo del libro realizzato dal Rotary Club Forlì e curato dal socio Salvatore Ricca Rosellini. È stato presentato al Circolo Aurora, presso Palazzo Albicini, in corso Garibaldi a Forlì, in un partecipato incontro pubblico il 23 giugno, dove sono intervenuti il vescovo, mons. Livio Corazza, il sindaco, Gian Luca Zattini, il presidente del Rotary Club Forlì 2022-2023, Filippo Cicognani, il past president Pierluigi Ranieri e l’autore, moderati dal giornalista Alessandro Rondoni. Il libro contiene una prefazione scritta anche dal Vescovo e dal Sindaco, oltre che da Cicognani e Ranieri, ed evidenzia, come affermano i promotori, «il legame storico, artistico e religioso tra Forlì e la Madonna del Fuoco, che ora si presenta di grande attualità perché originatosi in situazioni di difficoltà che hanno coinvolto la città». Il libro, un volume illustrato di 320 pagine edito da Grafikamente, è stato realizzato dal Rotary Club Forlì nell’ambito di un’iniziativa che ha interessato le annate 2021-2022 e 2022-2023, rispettivamente guidate da Ranieri e Cicognani, e ha ricevuto il patrocinio del Comune di Forlì. Oltre alla documentazione inerente alla storia ecclesiale, nel libro si parla del riconoscimento che nel corso degli anni la Madonna del Fuoco ha ricevuto anche da parte della comunità civile, della tradizione della Fiorita e di quella legata al miracolo, di cui il 4 febbraio 2028 saranno celebrati i 600 anni. Il ricavato della vendita sarà interamente devoluto dal Club ad iniziative di aiuto a favore degli alluvionati.