Rondoni è intervenuto su Nettuno TV per commentare l’incontro “Ponti di Pace"
«La pace non è conquistata una volta per sempre ma va costruita ogni giorno con un impegno che parte dalla disponibilità al cambiamento di sé, all’ascolto dell’altro e a fare comunità». Lo ha detto in diretta su Nettuno TV Rondoni commentando “Ponti di Pace”, l’incontro internazionale promosso a Bologna dal 14 al 16 ottobre da Chiesa di Bologna e Comunità di Sant’Egidio per il dialogo e l’amicizia tra popoli, religioni e culture. Tanti i convegni con leader di religioni, rappresentanti di istituzioni nazionali ed europee, e le testimonianze. «Occorre una politica comunitaria che sappia guidare i processi della globalizzazione, delle migrazioni, dell’integrazione, dei cambiamenti climatici, della custodia dell’ambiente e che combatta contro lo spreco delle risorse, comprese quelle alimentari» ha sottolineato Rondoni. Toccanti le testimonianze, come quella di Nour Essa, la ragazza profuga siriana che con il marito e i due figli è scappata dalla guerra attraverso i corridoi umanitari, è stata “salvata” e portata in Italia con la sua famiglia da Papa Francesco. E poi quella di Berenice King, figlia di Martin Luther King, che ha chiesto un mondo di pace senza violenze e discriminazioni, ricordando che tutti dobbiamo essere sognatori di pace. E pure quella del vescovo cinese Yoseph Shen Bin, che ha parlato dopo i recenti accordi tra la Cina e la Santa Sede in nome di un nuovo rapporto che anche in quel Paese sta avvenendo. «Vedere tanta gente insieme - ha proseguito Rondoni - una carovana di personaggi giunti da tutto il mondo con i colorati abiti e copricapi tradizionali, sentire parlare lingue diverse in giro per la città, pregare e dialogare in momenti ecumenici e interreligiosi, fa ben sperare, costruisce il futuro e rende evidente che gli uomini di fede sono uomini di pace. E tutto questo proprio nei giorni in cui si ricordava il 40° anniversario di elezione di Papa Giovanni Paolo II e veniva canonizzato Paolo VI». Tanti gli argomenti percorsi e, fra gli altri, l’ambiente, i corridoi umanitari, le migrazioni, l’unità dei cristiani, il Medioriente, il futuro di Sarajevo, i giovani e le differenze, la città nell’era globale, la solidarietà tra generazioni, le diseguaglianze della globalizzazione, i poveri e i deboli, la crisi dell’Europa, lo sviluppo economico e le eredità del ’68. La manifestazione si è conclusa con la preghiera comune in piazza Maggiore, con l’arcivescovo di Bologna, Matteo Zuppi, che insieme agli altri leader ha consegnato l’appello e acceso una fiaccola per la pace. I giovani del Coro dell’Antoniano e poi Gianni Morandi hanno cantato davanti alla gente, perché anche la musica è un messaggio di pace.
Il card. Tarcisio Bertone, segretario di Stato emerito della Santa Sede, è stato a Forlì per presentare il suo libro “I miei papi” (ed. Elledici) nella chiesa del Suffragio, invitato dal rettore, don Paolo Giuliani, già suo allievo alla Pontificia Università Lateranense, che ha introdotto l’incontro il 20 ottobre scorso. Il cardinale è stato intervistato dal giornalista Alessandro Rondoni e ha raccontato episodi e aneddoti, anche inediti, sui sette papi che ha conosciuto, da Pio XII a Francesco, e sulla collaborazione che ha avuto con cinque di essi. Bertone era già stato a Forlì nel 2007 quando, il primo maggio, partecipò insieme ad altre personalità civili e religiose all’intitolazione della piazza Papa Giovanni Paolo II davanti al Duomo. La richiesta di dedicare un luogo centrale della città a papa Wojtyla era stata avanzata all’Amministrazione comunale di Forlì, all’indomani della morte del Pontefice, da Alessandro Rondoni, allora direttore de “il Momento”, per evidenziare il legame della città con il Papa, che lo aveva conosciuto anche grazie all’opera di don Francesco Ricci con il Centro Studi Europa orientale (Cseo).
Rondoni ha ricordato la missionaria forlivese e ha partecipato alle iniziative nel 15° della morte
Rondoni ha ricordato Annalena Tonelli nel 15° anniversario della morte. «È un esempio luminoso di fede e speranza - ha detto su facebook e al Rondo Point - la sua opera, il suo silenzio e le sue parole sono un segno per tutti. Ricordo quando il 21 giugno 2003 la intervistai, ero direttore de “il Momento”, nella sede del Comitato per la lotta contro la fame nel mondo. Annalena “rompeva” il silenzio per consegnare per sempre alle parole il significato della sua vita. Una vita esemplare per tutti, al servizio degli altri». Rondoni ha seguito il 6 ottobre al Campus universitario di Forlì il convegno sulla missionaria con gli interventi, fra gli altri, dei vescovi di Forlì-Bertinoro, Livio Corazza, e di Gibuti, Giorgio Bertin, del sindaco Davide Drei, del presidente Fondazione Carisp, Pinza, e il 7 la messa in Duomo. Annalena Tonelli è stata ricordata dal 5 al 7 ottobre con un'ampia serie di eventi a Forlì e anche il Rondo Point ha esposto articoli, testi e immagini sulla missionaria che ne ripercorrono la biografia, le parole e la preziosa opera di servizio ai poveri in Africa.
Rondoni è stato ospite di Gastone Turci alla trasmissione “Parola di Gastone” su Videoregione il 24 settembre. Commentando la cronaca giornalistica ha sottolineato l’importanza della cultura sportiva, della corretta informazione e della sana passione, con un occhio di riguardo ai colori del Forlì e dell’Inter. «Nel centenario del Forlì Calcio nel 2019 - ha detto Rondoni - speriamo ci sia anche uno scatto d’orgoglio della città, con più partecipazione di sostenitori, partner e sponsor e che la squadra possa dare nuove soddisfazioni ai propri tifosi». E ha aggiunto: «Il calcio svolge anche una funzione sociale, è una festa popolare, e una sana e corretta attività sportiva aiuta i giovani a crescere nel rispetto di principi e valori. Il sistema calcio va comunque riformato perché servono maggiore trasparenza e sostenibilità economica e, viste le recenti crisi di alcune società, l’auspicio è che si possa ripartire anche con nuovo progetto, puntando in alto, e che in Romagna, unendo le forze, ci possa essere magari una squadra che giochi in Champions».
Alessandro Rondoni ha partecipato l’8 ottobre con cento persone alla visita a Concordia Sagittaria (VE) guidata dal vescovo di Forlì-Bertinoro, mons. Livio Corazza, originario di quei luoghi. Ha visitato i resti dell’antica città, che fu importante centro romano, ha seguito la messa nella Cattedrale di S. Stefano dove Corazza è stato parroco fino alla sua nomina a vescovo ed è stato poi alla basilica di Aquileia (UD).
Alle Martinelle il 23 luglio, Rondoni ha dialogato coi presenti sull’attualità locale e nazionale, sono state presentate testimonianze, le prossime iniziative e l’adozione a distanza di un bambino con Avsi. E, in omaggio alla tradizione, è stato intonato “Romagna mia” con Zozzi e Tedaldi del “Duo solare”.
Rondoni ha seguito il 21 luglio a Santa Sofia (FC) la 22a edizione del Premio Sportilia, condotta dai giornalisti Marino Bartoletti e Simona Branchetti, dove ha salutato anche il ct della nazionale di calcio, Roberto Mancini. Alla kermesse, con l’intervento del patron Franco Aleotti, erano presenti tanti sportivi, appassionati, atleti, arbitri, ospiti e protagonisti del mondo dello sport. Fra i premiati, l’arbitro di serie A, Marco Di Bello, il campione di basket Antonello Riva, la pallavolista Maria Laura Patti e altri protagonisti dello sport.
Alessandro Rondoni ha seguito a Bologna il 2 agosto la cerimonia di commemorazione delle vittime della strage avvenuta nella stazione trentotto anni fa. «Il vile attentato terroristico, che uccise ottantacinque persone e ne ferì oltre duecento, è una piaga ancora aperta e dolorante nella società e nella coscienza civile» ha dichiarato su facebook Rondoni, che ha assistito alla cerimonia di commemorazione e alla deposizione dei fiori nella sala di attesa della stazione, «dove è ancora ben visibile lo squarcio causato dalla bomba, e al primo binario, dove c’è la lapide con la preghiera di Papa Giovanni Paolo II che donammo come giornalisti dell’Ucsi». Ha poi seguito la messa nella chiesa di S. Benedetto celebrata dall’arcivescovo di Bologna, mons. Zuppi, davanti alle autorità e ai familiari delle vittime, «dove - ha aggiunto Rondoni - si è ricordato che la sofferenza di allora ha generato dolore e consapevolezza nella memoria di oggi e che, in fondo, siamo tutti familiari delle vittime, appartenenti ad un’unica civitas. Fare memoria oggi significa anche essere ogni giorno operatori di pace e di giustizia».