“Gesti e parole. Jorge Mario Bergoglio una presenza originale” è il titolo della mostra dedicata alla vita, al percorso formativo e alla missione pastorale di Papa Francesco, allestita a Forlì a Palazzo Albertini dal 24 al 31 marzo. L’evento inaugurale si è svolto il 21 marzo a San Mercuriale dove sono intervenuti il prof. Massimo Borghesi, uno dei curatori della mostra, e il vescovo di Forlì-Bertinoro, mons. Livio Corazza, introdotti dal giornalista Alessandro Rondoni. Dopo i saluti dell’abate, don Enrico Casadio, e del sindaco, Davide Drei, il vescovo ha affermato: «Il Papa rende accessibile alla gente di oggi il Vangelo. Guardandolo ci si accorge che è un credente che ogni giorno incontra Gesù. La sua è una storia faticosa, ha infatti attraversato i tempi duri della dittatura e delle contrapposizioni. In quelle situazioni lui ha saputo tenere insieme il popolo e la fede». Borghesi, che è anche autore del libro Jorge Mario Bergoglio. Una biografia intellettuale, ha poi spiegato le sezioni della rassegna che ripercorrono le tappe fondamentali della vita del Papa, con un accento sulla vocazione, l’esperienza gesuitica e alcune importanti personalità che hanno segnato il suo cammino come il grande amico, il filosofo Alberto Methol Ferrè. Con lui Bergoglio ha condiviso, seguendo l’insegnamento di Romano Guardini, il «pensiero dialettico, l’idea che la Chiesa è coincidenza degli opposti, cioè che in essa trovano spazio tutti, quelli che hanno un animo più conservatore e quelli che l’hanno più radicale. L’importante è che le posizioni non diventino contraddizioni, che non si escludano a vicenda ma cooperino allo stesso fine» come ha spiegato Borghesi.
Rondoni, introducendo e concludendo l’incontro, ha ricordato l’opera del sacerdote forlivese don Francesco Ricci che ha svolto la sua azione missionaria e culturale prima in Polonia, dove conobbe Wojtyla diventato Giovanni Paolo II, e poi anche in America Latina e Argentina dove incontrò Bergoglio oggi Papa Francesco. «Sono cresciuto - ha detto Rondoni - nella redazione di Cseo, Centro Studi Europa Orientale, nel correggere le bozze, anche de “Il Nuovo Areopago” da lui fondato a Forlì. Nel suo impegno missionario don Ricci arrivò anche in Argentina, dove conobbe Bergoglio, collaborò alla rivista di Methol Ferré “Nexo”, rilanciò il settimanale “Esquiù”, e con l’editrice Cseo pubblicò testi sull’America Latina fra cui anche un libro di Methol Ferrè Il Risorgimento cattolico latinoamericano insieme a Cronache centroamericane del giornalista Alver Metalli, Evangelizzazione e dinamica culturale in America Latina di Hernán Alessandri e Joaquín Allende. Vediamo, pertanto, anche la continuità che la Chiesa sa offrire, e non una contrapposizione, fra l’opera di Giovanni Paolo II e quella di Papa Francesco oggi, grazie pure al lavoro profetico di don Ricci, alla sua indomita azione anticipatrice e ai suoi incontri che ci hanno fatto conoscere prima Wojtyla e ora ci aiutano a conoscere anche Bergoglio».
Si sono svolti il 27 febbraio nella chiesa di Ravaldino, in Corso Diaz, i funerali di Nella Servadei Cioja, 78 anni, fondatrice e direttrice per oltre quarant’anni del Coro Città di Forlì. «Fra l’altro - ha detto Alessandro Rondoni - ha saputo valorizzare, anche all’estero, le cante romagnole e le musiche di don Pippo, il fondatore de “Il Momento”». Con la Cioja il Coro è stato protagonista di ottocento esibizioni in Italia e all’estero dove, oltre alle cante romagnole, sono state portate la lirica, l’operetta, le canzoni popolari e la musica sacra.
Un profondo richiamo all’impegno in politica, specie in un tempo in cui la gente ha sfiducia e si allontana dalle istituzioni, dal voto e dai partiti, è avvenuto con la presentazione del libro “Per una nuova democrazia” (Libreria Editrice Vaticana) di mons. Mario Toso, vescovo di Faenza-Modigliana, che è intervenuto nella Sala delle Assemblea della Fondazione Carisp di Forlì giovedì 28 febbraio, introdotto da Alessandro Rondoni, giornalista e direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali Ceer. «Contro la sfiducia e le forze che oggi vogliono distruggere e per rinnovare la società - ha sottolineato Rondoni - occorrono una cultura e una ripresa dell’umanesimo e la valorizzazione dei corpi intermedi. Così come è importante un rinnovato impegno, anche da parte dei cattolici, in vista delle imminenti elezioni Europee, Regionali e Amministrative. Bisogna ricostruire il tessuto sociale, la trama delle relazioni, la capacità di fare comunità». Partendo da un’analisi della crisi attuale del sistema, compresa quella della rappresentanza e dei partiti, mons. Toso, già segretario del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, ha sottolineato: «La democrazia non è mai una conquista definitiva che possediamo in maniera stabile, senza impegnarci a riformarla. Veniamo da un periodo in cui sembrava che dovesse fiorire e invece è entrata in una fase di crisi da cui non siamo ancora usciti. Fra i mali vi sono l’oligarchica populista, la grande distanza fra rappresentati e rappresentanti, il divario espresso dall’astensionismo». Per rifondare la politica, secondo il vescovo, «c’è bisogno di nuovi movimenti sociali, fondamentali per la rappresentanza, e dobbiamo guardare alla Dottrina sociale della Chiesa, che è l’offerta di una progettualità, di punti di riferimento per la riflessione, di criteri di giudizio e orientamenti pratici». La presentazione del volume è avvenuta nell’ambito della rassegna “Incontri a Palazzo” organizzata dalla Fondazione Carisp di cui era presente Paolo Rambelli che ha portato il saluto.
Sicurezza è libertà (Rizzoli) è il titolo del libro dell’on. Marco Minniti, già ministro dell’Interno, che è stato presentato a Forlì con l’intervento dell’autore, che ha dialogato con il giornalista Alessandro Rondoni, e l’introduzione dell’on. Marco Di Maio. «La paura - ha affermato Rondoni - scava così a fondo nell’animo umano da generare spesso un eccesso di chiusura e sentimenti di odio e di rancore. Garantire sicurezza è una necessità che non va sottovalutata a nessun livello poiché, come afferma Minniti nel libro, sicurezza è libertà». Immigrazione, terrorismo, percorsi di accoglienza e integrazione, l’esigenza di avere più Europa, il ruolo dei corpi intermedi dell’associazionismo e dello Stato sono emersi il 22 febbraio nella Sala Donati in corso Diaz, durante l’intervista che ha preso spunto dai racconti del libro e dalle varie vicende vissute da Minniti quando era ministro dell’interno. Dall’accordo con la Libia alla gestione dei centri di accoglienza, al bisogno di un rapporto diverso con l’Africa e di un’Europa capace di politiche unitarie. E contro i trafficanti di esseri umani. «Per sconfiggere la paura - ha detto Minniti - e non cedere alla propaganda è importante ricordare che la sicurezza è un bene comune, che non vanno sottovalutati i problemi e le percezioni dei cittadini e che bisogna costruire una cultura della pace nella libertà e nella sicurezza».
Alessandro Rondoni ha seguito a Roncole Verdi, Busseto e Brescello, nelle terre di Giovannino Guareschi, gli itinerari di don Camillo e Peppone, la visita alla mostra e alla casa-museo e il racconto del figlio dello scrittore, Alberto. Al tour, organizzato dalla Petroniana Viaggi con oltre cento persone, hanno partecipato anche mons. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, e Fausto Bertinotti, già leader Cgil. «Nel teatro Verdi di Busseto - afferma Rondoni - ho anche seguito l’incontro pubblico-dialogo fra don Camillo e Peppone in versione aggiornata con mons. Zuppi e Bertinotti, moderati dal giornalista Rai Massimo Bernardini. La passione per il popolo e per il suo autentico sviluppo è stata la nota dominante del dibattito». Durante il percorso nelle terre della bassa parmense e reggiana si sono anche gustate le note di Verdi, i sapori tipici del culatello e del parmigiano, nei luoghi e nei ritmi di quel “piccolo mondo antico”.
Alessandro Rondoni ha moderato il 19 gennaio la presentazione del libro di Enzo Piccinini “Il fuoco sotto la cenere” con l’intervento di Pietro Piccinini, del vescovo di Carpi, mons. Francesco Cavina, e di Massimo Vincenzi. Ha inoltre partecipato all’incontro dei giornalisti organizzato dal settimanale di Carpi, “Notizie”.
Giovedì 7 marzo 2019 alle ore 17 si svolgerà la visita guidata proposta dal Rondo Point (punto di incontro, ascolto e informazione) e dal periodico "ForzARomagna" alla mostra "Ottocento. L'arte dell'Italia tra Hayez e Segantini", allestita ai Musei San Domenico di Forlì (Piazza Guido da Montefeltro). Per info e prenotazioni tel. 3404264946.
La tradizionale “grande mostra”, curata dalla Fondazione Cassa dei Risparmi in collaborazione con il Comune di Forlì, è dedicata quest’anno all’Ottocento, in particolare ai sessant’anni che vanno dall’Unità d’Italia allo scoppio della prima guerra mondiale. La rassegna, in programma dal 9 febbraio al 16 giugno 2019, offre capolavori di pittura e di scultura che, spiegano i curatori, «segnano aspetti culturali e sociali nuovissimi, di impatto popolare e dal significato universale. La varietà dei linguaggi con cui sono stati rappresentati consentono di ripercorrere le sperimentazioni stilistiche che hanno caratterizzato il corso dell’arte italiana nella seconda metà dell’Ottocento e alle soglie del nuovo secolo, in una coinvolgente dialettica tra la tradizione e la modernità». E proseguono: «Si passa dall’ultima fase del Romanticismo e del Purismo al Realismo, dall’Eclettismo storicista, al Simbolismo, dal Neorinascimento al Divisionismo presentando i capolavori, molti dei quali ancora da riscoprire, dei protagonisti di quei tormentati decenni». Si legge ancora nella presentazione della rassegna: «Ripercorrere in questo modo le vicende dell’arte italiana nel mezzo secolo che ha preceduto la rivoluzione del Futurismo consente di capire criticamente come l’arte sia stata non solo un formidabile strumento celebrativo e mediatico per creare consenso, ma anche il mezzo più popolare, “democratico” per far conoscere agli italiani i percorsi esaltanti e contraddittori di una storia antica e recente caratterizzata da slanci comuni e da forti tensioni e divisioni».
Alessandro Rondoni alla XV edizione del convegno regionale dei giornalisti in occasione del centenario del settimanale "Il Momento"
L’intervento di Rondoni alla conviviale del Rondo Point al Grand Hotel Forlì
Durante la conviviale del Rondo Point al Grand Hotel Forlì il 10 dicembre, Alessandro Rondoni ha detto: «È importante incontrarsi per ragionare insieme e non seguire solo gli istinti o la pancia, per conoscere, capire, riflettere e formare un giudizio libero su quanto sta accadendo. E per continuare a costruire il bene comune». E ha poi aggiunto: «La politica va riformata da qualcosa che viene prima della politica stessa. Con la crisi che attraversano i partiti è difficile che la riforma possa avvenire dall’alto. Servono, infatti, persone che sanno interpretare il loro compito di amministratori pubblici, di sindaci, parlamentari, consiglieri, con spirito di servizio, senza fare della politica un lavoro ma una missione».