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"Le foglie non si riposano mai". A teatro nel ricordo di Sara Pedri

on Marzo 11, 2024

Al teatro “Il Piccolo” di Forlì, Alessandro Rondoni ha assistito allo spettacolo in memoria di Sara Pedri “Le foglie non si riposano mai”, del regista Gianni Guardigli, con Beatrice Balzani, Monica Briganti, Silvia Scarpellini, Gabrio Gentilini e musiche di Stefano Gatta e J.S. Bach. Ad esibirsi, il 9 marzo, anche Monica Gatta al flauto traverso, Martina Cavalieri al pianoforte e Paolo Ravaglia al duduk. L’evento si è svolto per ricordare Sara, la giovane ginecologa scomparsa a Cles tre anni fa e, come hanno spiegato i familiari, «lo spettacolo è nato dal desiderio di raccontare a chi resta come, attraverso il dolore della perdita di una persona amata, si possa riuscire a riempire la voragine con un progetto che contempla un ipotetico domani. La consapevolezza che costruisce nell’assenza una nuova presenza, una rinascita. Come il vento cambia direzione in maniera quasi impercettibile, anche la vita è in continua trasformazione».

Guardigli, regista e drammaturgo forlivese che da numerosi anni vive e lavora a Roma, è parente di Sara. Ha spiegato i motivi dell’opera che lo ha visto impegnato nel testo, nella preparazione e nell’allestimento: «Che cosa avviene in una famiglia quando uno strappo forte infligge una mutilazione talmente dolorosa da risultare inspiegabile? Come si può trovare la forza di tirare avanti? A quale appiglio ci si può aggrappare? Ogni essere umano ha una risposta diversa, unica. Il rapporto immaginario che si instaura fra i tre personaggi che si relazionano in un luogo astratto, in cui il dialogo fra i vivi e i morti diventa possibile e non solo consolatorio, si fonde in un canto spirituale che ha il colore dell’amore e la purezza della preghiera». Il regista, spiegando anche da quale impulso è nato il testo teatrale, ha aggiunto: «Le tre attrici tessono il filo che decora il prezioso tessuto che da un lato è la vita terrena e dall’altro è tutto il resto, tutto ciò che non si sa. Tutto ciò che vorremmo conoscere e ipotizziamo. La voce di Sara non può svanire, può solo risuonare con tonalità diverse. Così come la voce del vento cambia di intensità con il mutare delle stagioni».

La rappresentazione è avvenuta pure in occasione della Festa della Donna, con parte del ricavato da destinare alle Associazioni Penelope e Nostos.

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